domenica 6 novembre 2011

non più fuori


Atti 3:1-8 Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera dell'ora nona, mentre si portava un uomo, zoppo fin dalla nascita, che ogni giorno deponevano presso la porta del tempio detta «Bella», per chiedere l'elemosina a quelli che entravano nel tempio. Vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, egli chiese loro l'elemosina. Pietro, con Giovanni, fissando gli occhi su di lui, disse: «Guardaci!». Ed egli li guardava attentamente, aspettando di ricevere qualcosa da loro. Ma Pietro disse: «Dell'argento e dell'oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». Lo prese per la mano destra, lo sollevò; e in quell'istante le piante dei piedi e le caviglie gli si rafforzarono. E con un balzo si alzò in piedi e cominciò a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio.

Quell’uomo stava sempre fuori la porta del tempio. Vedeva gli altri entrare, ma lui non poteva entrare.
Ascoltava le esperienze che gli altri facevano nel cospetto di Dio ma lui non faceva mai tali esperienze.
Vedeva la gioia che avevano gli altri quando uscivano dal tempio, ma lui non aveva mai sperimentato tale gioia. Era lì, molto vicino al tempio, appena fuori la porta, ma non era mai entrato.
Quest’uomo è figura di tanti che vanno sempre in chiesa ma non entrano mai nel cospetto di Dio, ma non hanno mai un vero incontro con Dio, ma non sperimentano mai l’opera di Dio nella loro vita. Lo sentono di altri, lo vedono in altri, ma l’opera di Dio nella loro vita non l’hanno mai sperimentata. Eppure sono sempre assidui, chiedono a tutti, ascoltano tutti, ma restano sempre fuori dal tempio.

Quest’uomo, come era suo solito, vedendo Pietro e Giovanni che stavano entrando nel tempio chiese anche a loro l’elemosina. Pietro e Giovanni avevano incontrato Dio, avevano ricevuto da Dio, conoscevano che Iddio era potente da cambiare ogni situazione, allora vollero dare a quell’uomo qualcosa di più che un sollievo momentaneo, volevano che la loro  esperienza potesse farla anche quell’uomo “che stava sempre fuori”.

Allora gli dissero: “Guarda a noi”, guarda alla nostra umanità, e considera che non abbiamo dei beni materiali da poterti dare, umanamente siamo come te, incapaci di fare veramente del bene, ma quello che abbiamo in noi è di grande valore, quello che Gesù ha messo in noi è più grande delle risorse che si possono avere umanamente, abbiamo conosciuto e sperimentato Dio nella nostra vita ed EGLI vive in noi per cui ti diciamo:”Nel nome di Gesù, alzati e cammina”.
Così Pietro presolo per la mano destra lo sollevò, ed in quell’istante i suoi piedi tornarono sani, e con un salto si alzò in piedi e cominciò a camminare, e finalmente entrò con loro nel tempio.

Non era mai entrato nel tempio, era sempre stato fuori, aveva visto altri entrare ma ora lui stesso lo sperimentava, entrava nel tempio e camminava come altri camminavano. Anzi faceva anche qualcosa in più: saltava e lodava Dio.
Finalmente lasciò il sentito dire, andò altre l’ascoltare le esperienze degli altri, iniziò personalmente a fare esperienze con Dio.

Anche tu oggi puoi far tale esperienza, hai visto passare tanti davanti a te, scribi, farisei, sacerdoti, leviti, religiosi di ogni tipo, hai sentito da loro tante cose, ma nessuno ti ha trasmesso quanto poteva renderti capace di entrare nel cospetto di Dio, di sperimentare direttamente l’opera di Dio nella tua vita.
Oggi, se ti rivolgi a Gesù, Egli ti può dire: “alzati e cammina”.
Se volgi lo sguardo verso di Lui, se vuoi che la tua vita da religioso secolare cambi, guarda a Gesù, Egli ti dirà: “alzati e cammina”, e stenderà la Sua mano verso di te e tu potrai finalmente entrare nel tempio di Dio, nel cospetto di Dio, e la tua vita cambierà, non dovrai più chiedere elemosina agli altri, ma potrai divenire uno di quelli che può dare agli altri perché è stato arricchito da Dio.

Volgi lo sguardo a Gesù, contemplalo e chiedi a Lui, e la tua vita cambierà.

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